Vita nella Cattle Station

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Vorrei fare una foto adesso dove sono. Sono le sei di pomeriggio e c’è il tramonto. La cosa fortunata di quest’ora, è che finalmente le mosche mi danno tregua e la smettono di ronzarmi attorno. La temperatura tende ad abbassarsi, e questo mi permette di tornare a respirare. La cosa che mi colpisce di più a quest’ora sono i colori: il rosso luccicante della terra durante il giorno diventa bordeaux scuro detto “Loam”, le piante da verdi diventano verdone, quasi marrone e i cespuglietti da gialli diventano dorati, quasi bianchi che sembrano innevati. Il Sunset disegna colori che a fotografare o a raccontare sono lontanamente descrivibili.


Finalmente torna l’arietta fresca, che durante il giorno è solo un sogno. Per esempio dall’una alle quattro di pomeriggio è difficile stare sotto il sole a lavorare, anche se mi aspettavo molto peggio visto che siamo nel deserto. Quando comincia a fare caldo, loro dicono: “Oh become Warm” tiepido, mentre io sono a terra con la bombola d’ossigeno. Ma questi a furia
di prendere il sole non hanno più la cognizione della realtà, e di cosa vuol dire caldo barra freddo. Ho controllato il clima e temperature di quest’aera, e posso assicurarvi che abbiamo azzeccato il periodo giusto. Dicembre e gennaio è una cosa invivibile tra mosche e caldo, infatti mi hanno detto che alle cinque di mattina siamo sui 34 gradi e di pomeriggio superiamo tranquillamente i 50. Mentre adesso la sera si sta bene, la notte è meglio usare il piumone perché fa più freddo, perchè siamo intorno ai dieci gradi.

Noi, abitando in una specie di container, non abbiamo solide mura e il freddo si fa sentire di più durante la notte.
La sera per andare a letto ti consigliano di portarti la torcia per vedere la strada, e fareattenzione ad eventuali serpenti: ma tranquillo, non ne vedono uno da più di sette mesi. Non pioveva ad Alice Spring da dieci mesi, ma quando sono arrivato io ha cominciato a piovere. Non si vede un serpente da sette mesi? Mi porto due torce, una candela, un faro e
un albero di natale.


Qui la vita è molto semplice, ti svegli al mattino e stai con i cani, dopo le dieci vai a mungere e nel pomeriggio altri piccoli lavoretti oppure ti trovi altro da fare. Dal secondo giorno che siamo qui, durante il pomeriggio andiamo a cavallo. Qui ci sono tantissimi cavalli selvatici, lui ne ha addomesticati sei. Sei cavalli utili per il mastering delle bestie.
Quando ero piccolo ho provato ad andare a cavallo ma forse per alcuni secondi, per la mia memoria questa è stata la prima vera volta. Mi ha buttato sul cavallo e ha cominciato a darmi istruzione su come muoversi. Fantastico, è stranissimo avere una “cosa vivente” sotto di te.

Ho provato macchine di ogni genere, moto, motorini ma mai cavalli. Incredibili come siano sensibili, intelligenti e attenti ai tuoi ordini… più o meno tutti. All’inizio se non riesci pensi che sia colpa del cavallo, ma in realtà è solo confuso perché non sta capendo cosa gli stai cercando di dire.

Fino a ieri abbiamo girato in un creek, un torrente disidratato coperto
da sabbia e da Ghost tree, ovvero alberi dalla corteccia bianca e dalle foglie verdissime. Sabbia utile per i muscoli dei cavalli. Micidiali quando partono a galoppare è qualcosa di stra eccitante, il cuore ti arriva in gola e ti immagini nel Texas a dare la caccia agli indiani. Uno degli animali preferiti di Eva è il cavallo, quindi potete immaginare quanto sia felice. Sta li,gli
fa le coccole, le foto… vabè.

Incredibili sono i figli di Steven che essendo cresciuti qui, sanno fare un sacco di cose tra cui, andare a cavallo. Senza sella, in piedi, capriole, sdraiati, dei piccoli intrattenitori.
Il posto è eccellente e tutto promette bene, quando ormai sono passati dieci giorni. È i momento di fermarsi e accumulare giorni. L’idea è di stare qui tutto Maggio, per poi tornare in civiltà. Per ora non ci penso, non ci pensiamo perché qui è davvero unico e magico.