Venerdì ho seguito per tutto il giorno un tour nel west Mac Donnel Range ad Alice Springs. È stata la AAT Kings ad offrirmelo per rendermi partecipe di come lavorano le guide esperte. Il Mac Donnel Range l’avevo già visitato un paio di volte con Phill, per questo ho trovato il tour in mattinata un pò noioso. Simpson Gap e Standley Chasm sono i due punti interessantissimi del Range.
Nel pomeriggio ho seguito un tour in città condotto da un signore che vive qui da 25 anni!!
Una Wikipedia ambulante! Sapeva tutto di tutti, ogni angolo, ogni posto, ogni pianta, ogni fiore… Così è come vorrei diventare.
Una città come Alice Springs è abbastanza facile da “conoscere” in un giorno grazie a una buona guida. Siamo stati nella stazione telegrafica, Reptile center, School of the Air e alla Royal Flying Doctor service. La stazione telegrafica di Mbantua venne scelta come punto di riferimento dell’outback per permettere la diffusione delle informazioni in tutto il
continente. Da Londra, Malta, in India, Indonesia e finalmente Darwin.
Data l’importanza della stazione telegrafica, decisero di darle ancora più rilevanz costruendole vicino una città, diventata poi Alice Springs. La cosa che mi ha colpito di più è che il primo posto costruito è stato un Pub, tutta la città poi è stata costruita intorno ad esso. Invece da noi in Italia, le città sono state costruite attorno alle chiese, centinaia di anni fa, non intorno alle taverne. Bha…
Molto molto interessante la School of the air, ovvero la scuola dell’aria, e fintanto che non l’ho visitata, non avevo capito di cosa si trattasse. Infatti pensavo erroneamente che fosse qualcosa relativo ad una scuola di aereonautica, invece si tratta di una scuola didattica per bambini e ragazzini nell’outback. Da Adelaide a Darwin sono più di 3000 km, e a parte Alice Springs, grande come Buccinasco, non c’è assolutamente nulla se non cattle station, comunità aborigene e qualche range. Ma come fanno tutti questi ragazzini ad andare a scuola ?La Scuola dell’aria ad Alice Springs trasmette via internet ora, prima via radio, lezioni a tutti gli studenti dell’outback. Almeno tre volte l’anno poi tutti gli studenti si devono trovare ad Alice Springs per fare dei test, poi durante l’anno, saltuariamente, sono gli insegnanti che raggiungono gli studenti.
Le lezioni adesso sono online con tanto di webcam, scambio di dati testo, immagini: insomma una vera e propria lezione virtuale.
Incredibile non ci avevo mai pensato.
Infine ci siamo diretti alla Flying Royal doctor service, ovvero un sistema di pronto soccorso via aereo che collega tutte le stazioni e comunità dell’outback. Molti di questi posti non hanno una vera e propria pista d’atterraggio e quindi i piloti devono improvvisare improbabili atterraggi, oppure in casi estremi possono chiedere di atterrare sulla Stuard Highway. Questo servizio c’è da oltre 85 anni, e salva la vita a diverse persone ogni anno, altrimenti irraggiungibili in tempi utili.
In Australia più ti avvicini al cuore del Red center, più il paesaggio diventa sconfinato, bassissima densità di popolazione temperature più estreme, sabbia rossa, cielo blu, canguri.. eccoti nel bush. È stato davvero molto interessante questo tour e la mia agitazione pre- partenza continua a salire.
Infatti mercoledì mattina ho il pullman alle 6.30 Am che mi porterà a Yulara, esattamente a 30 km da Uluru. Alice Springs è distante 490 km, non proprio dietro l’angolo per noi, ma per qui… si è a soli 500 km.
Sono carico, sono preso molto bene. Ci sono tantissime situazione da sistemare ma l’unica cosa da fare è aspettare e vedere come è la situazione ad Yulara.
Mi sento davvero fortunato perché sono riuscito a trovare un lavoro su quello che mi piace più di tutto: il deserto.
Io non credo alla magia ed ad altre vaccate da hippie, ma dopo la prima esperienza in South Australia nel bush ho pensato: questo è IL POSTO. Non so cosa mi abbia attratto forse il silenzio, forse tutte le cose che non conosco e che girano attorno a questo mondo, forse la sua storia, l’unicità nel vivere qui… mi fa gasare come un matto pensare che adesso l’unica cosa che devo fare è approfondire il più possibile questo mio amore per questo posto.
Poi un altro dettaglio che mi appassiona a questo lavoro è la possibilità che ho di condividere questo ambiente così lontano dalla nostra realtà, nella mia lingua.
Posso riuscire a descrivere nel dettaglio le sfumature e le sensazioni di ciò che provo.
Sono gasatissimo, ma c’è davvero tanto lavoro da fare e, finchè non sarò
sul posto, non riesco a rilassarmi e a lasciarmi andare nei pensieri e nei ragionamenti.
Cheers