Una delle ultime sere prima di partire dall’Italia un mio amico mi ha chiesto: ” Va bene parti, ma tanto poi quando torni, cosa fai? Cosa hai in mano?” Ti voglio raccontare cosa è successo. Sono arrivato qui e avevo paura di uscire da quella stanza, paura di chiedere, paura di non essere capito, paura di fare. Figuarati se cagano uno dei tanti stolti, tradizionalisti, orgogliosi italiani che ci sono qui. Poi capisci che se non apri quella bocca nessuno ti avrebbe mai letto nel pensiero. Mi son svegliato, ho cominciato a guardarmi in torno, studiare le zone della città, gli sguardi delle persone , i ristorati, i locali la società. Guardata, studiata in ogni strada, per cercare di assorbire il più possibile da questa cultura. Ero una spugna, più scoprivo, più volevo. In meno di un mese mi sono trovato da solo casa, lavoro, ragazza e amici.
I primi mesi in questa città ero carico perché finalmente stavo riuscendo a fare qualcosa di mio, senza l’aiuto di nessuno. Stavo vivendo 100% e le mura le potevo spaccare con lo sguardo talmente ero carico. Ho conosciuto gente con cultura totalmente diversa dalla mia, confrontarsi con gente Nuova Caledonia( che mancò sai dove è), Cina, Giordania, Brasile, Colombia, Messico, dell’Inghilterra, Australia, Usa, Germania e i nostri cugini davvero molto simili a noi: i francesi. Sto imparando una lingua, sto imparando cosa vuol dire sacrificio, sbattersi, sudare, tornare a casa stravolto,e ho imparato a stare zitto ed ad accettare cose che per me non avevano alcun senso.
Ho bagnato più di una volta le strade di questa città con le mie lacrime, perché ero triste, stanco morto o sconsolato. Mi ha fatto sentire grande, orgoglioso sicuro e giusto. Mi ha fatto pensare a me stesso e al mio futuro senza preoccupazioni. Quanto è faticoso fare soldi, ma quanto ti gratifica spenderli. Mi ha insegnato cosa vuol dire vivere da solo, con nessuno che ti
sta dietro, ti pulisce, lava, compra e organizza la tua vita. Mi ha insegnato cosa vuol dire avere a che fare con dei pezzi di merda, che di te non gli è né frega un cazzo e vogliono solo prevale su di te.
Mi ha aperto gli occhi, facendomi vedere e conoscere gente che al modo non perde tempo, e ho imparato che solo tu puoi stargli in testa a questo pazzo pianeta. Ho conosciuto una bellissima ragazza taiwanese che mi ha aperto le porte verso un continente di cui avevo solo visito in televisione. Cucina, cultura, tradizione, ragionamenti, cose che per te sono scontate per loro sono complicate, o viceversa.
Caro amico avevi ragione, se dovessi tornare oggi a Milano non avrei nulla di più di quando sono partito. Domani parto, vado ad Adelaide, alla ricerca di una farm che mi permetta di estendere il visto per un altro anno. Ma ovunque andrò, non potrò mai dimenticare quanto questa città mi ha dato. Grazie.
Arrivederci Sydney, 3 Marzo 2013