L’Australia è la mia università

Fabri About Australia, About Life, About Travel

Ri-redatto il mio Cv per Hospitality, provato uno, due, terzo locale mi ha chiesto se volevo venire a lavorare la sera stessa. Più tardi mi hanno attaccato altre tre shift (giorni lavorativi), quindi per quella settimana ero a posto. Ho già firmato carte, conosciuto tutto lo staff e sono già nel roster ( turni lavorativi settimanali).

Figo, pratico, ma non penso di rimanerci perché non ci sono i parametri che sto cercando, quello che ho trovato è un lavoro da backpackers. Faccio il cuoco, ma se chiami cucinare mettere roba nel microonde, scaldare un po’ di gravy nella pentola e mettere due patatine su un piatto, OK io sono un
cuoco. La cucina è vuncia, sporca e oliosa, non c’è niente di igenico. Il cibo che si prepara è per ubriachi perché siamo in un pub dove la gente beve, beve poi quando sono le otto comincia a sentire fame e ordina qualcosa. Quando si va nei pub si ordina un hamburger o al massimo delle patatine fritte, ma non si viene ad Alice Springs in mezzo al deserto dove il mare più vicino è a 1600km e si ordina il Barramundi. Altri ordinano Bolognas ( Bolognese), ma sono in una condizione che io mi vergognerei a dire che chi le ha preparate è italiano.

19 dollari l’ora per fare NIENTE, a volte ci guardiamo con braccia incrociate perché non c’è da fare nulla, ne ordini, ne tantomeno pulire ecc… Al Blue fish quando pulivamo la cucina, porca miseria potevi fare una cena su quel pavimento tanto era splendente. Con uno Chef indiano che mi ringhiavano dietro se vedeva un angolino sporco, mi è venuto l’occhio da intenditore e
capisco, riconosco dove lo sporco si accumula in una cucina… mamma mia ragazzi sto vedendo delle condizioni in quel posto davvero, davvero pietose.

Non ci vedo crescita personale, non ho conosciuto nessuno interessante ( tutti inglese e irlandesi backpackers che se non parli con il loro stesso accento sembra che manco in inglese stai parlando). Mai visto e
conosciuto un manager o un boss, quindi sembra che tutti se ne fregano. A parte tutte queste osservazioni, è buono perché mi occupa le ore serali, non è faticoso, faccio due soldi e porto avanti altri progetti e se trovo una barca migliore vi saluto domani. Easy.

Altra news l’agenzia lavoro a cui mi ero affidato più di un mese fa, finalmente si è fatta sentire. Infatti ero passato due settimane fa per sollecitare e dimostrare che ero in città alla ricerca di un lavoro. “No worries now, you are on top of the list”. Questa è stata la frase che
mi hanno detto. Qualche giorno fa infatti ho ricevuto un paio di telefonate da un numero sconosciuto, che poi infatti si sono rivelate entrambe dall’agenzia. Mi chiamavano per avvisarmi di avere ricevuto un’offerta di lavoro e che se volevo, potevamo iniziare con il processo di assunzione. Allora sono andato in agenzia e ho fatto un colloquio con una signora
davvero molto disponibile, che mi chiamava molto familiarmente “Romio, Romio, Romio”.

Prima domanda che mi fa:
“Are you a backpackers?”. E li giù a spiegargli tutte le situazioni. Ho avuto la fortuna di entrare in confidenza con lei e più che probabilmente ha capito come sono. C’è questa fabbrica, panificio che sta cercando una persona e io sono sul top della lista. In un secondo mi da in mano tutte le carte da firmare ma ferma, ferma un attimo… quanto stiamo andando veloce ?! Cosa sto firmando ?! La situazione è questa: vieni assunto dall’agenzia di lavoro, poi ti fanno un intervista per tracciare un profilo, verificano le tue skills poi quando un datore di lavoro chiama l’agenzia, sono loro a proporre un candidato.

Loro fanno tutta la parte burocratica e ti mettono in contatto con il datore di lavoro, poi sta a te accettare o rifiutare. Prezzo, loro si prendono l’1% sul tuo stipendio. Quindi in pratica verrei assunto da loro e poi mi proporrebbero al datore di lavoro, che a quanto sembra sia un panificio. È successo tutto molto velocemente ma ho preso tempo fino a lunedì per decidere e pensarci su. Altra incognita non so a che livello entrerei al panificio cioè cosa farò? Impasto, impacchetto, delivery? Boo, è un mondo da scoprire e sono sicuro che la paga sarà più che buona.

Un paio di settimane fa ero abbastanza disperato perché le cose non quadravano, quindi ho chiesto ad Eva se gentilmente poteva avanzare la mia candidatura come cameriere, al manager del suo ristorante. Nessuna notizia per qualche giorno poi… Qui ad Alice Springs la sera è piena di aborigeni ubriachi, ed è abbastanza frequente sentire storie di aggressioni e quant’altro.

Eva lavora dall’altra parte della città, quindi ogni sera prendo la mia bellissima bici rosso-nera e vado a prenderla per fare la strada del ritorno assieme.
Qualche sera fa la vado a prendere e il manager mi chiede se voglio venire a fare l’intervista lunedì pomeriggio alle 3pm. Certo!! A quanto sembra stanno cercando qualcuno per la sera, e più possibilmente europeo perché la maggior parte della clientela è proveniente dal vecchio continente. Quindi, eccoci qua. La sensazione che ho ricavato dalle sue parole è che hanno intenzione di prendermi per diversi motivi. E per me sarebbe un’esperienza nuova in Australia, ma la cosa che mi convince di più è l’ambiente lavorativo, perché sono tutti davvero bravi ragazzi, professionisti e disponibili. Quindi domani andrò a questo colloquio.


E poi c’è il Dream Job, ma chiaramente non vi dico Assolutamente niente per questioni di Karma. Già fatto un paio di interviste, mail ma tutto riprenderà lunedì. E’ una cosa che darò precedenza su tutto, perché è un progetto che ha illimitate prospettive future. Ma stop. Non succede, ma se succede…

Questo è quanto; direi che questi giorni sono stati produttivi, ma il lavoro di background fatto in questo periodo è stato grande. Ancora una volta vi scrivo e commento questa situazione, pensando ai tanti che sono fuggiti dall’Australia perché non riuscivano a trovare lavoro, non avevano soldi e pensavano che tornando a casa sarebbe stato più facile. È più facile oggi, ma domani sei ancora da punto a capo. Bisogna tenere duro,
perchè la posta in palio è alta e si chiama felicità! Scrivo soprattutto per quelli che leggono e sognano un giorno di partire: ragazzi il vero step è quello che si fa a casa quando si decide di staccarsi dalla propria realtà perché una volta qua, se vieni con obbiettivo e testa, questo paese ti viene incontro.

L’Australia è la mia università e oggi mi sta dando tante soddisfazioni perché mi sto sbattendo e mi da l’opportunità di scegliere
tra cinque lavori. E sono cinque scelte perché IO ho deciso di non cercarne altri perché già adesso sono abbastanza confuso su cosa fare. Sono anche un po’ incazzato perché arriva tutto insieme adesso. Non poteva succedere diluito nel tempo, prima un’opportunità, poi l’altra poi… No BOOOM tutto adesso. Domani è lunedì e sarà una settimana molto importante per il futuro. Dovrò prendere scelte, decisioni che poi magari mi pentirò oppure che mi renderanno ancora più felice di quello che sono.

È tutta da vivere adesso.