Quando ci fece vedere la casa, ci spiegò che il bagno interno doveva essere usato solo per Emergenze, perché l’acqua usata era quella buona, filtrata accumulata nella tank. “Cautela ad usare questo bagno, perché sto cercando di salvare il mondo”…. Una mattina mi sveglio, colazione, caffè, vado fuori in giardino a dare da mangiare all’agnellino, respiro aria fresca, tempo di andare in bagno lavarmi i denti, mi arriva la fitta. Alquanto imbarazzante da spiegare, ma avete presente quei momenti in cui “al mondo” vedi solo il cesso? Ecco, ero in uno di quei momenti, e ho pensato corro per andare in bagno esterno o uso questo?
Emergenza quindi… quanto mai l’avessi fatto. Appena tirata l’acqua, ero ancora in mutande, questo apre la porta, senza bussare entra, mi arriva a meno di una spanna dalla faccia e comincia ad urlarmi” COSA CAZZO TI AVEVO DETTO? COSA CAZZO TI AVEVO DETTO, questo bagno non deve esser MAI usato. Io non sto usando questo bagno da due settimane, sto
cercando di salvare più acqua possibile e tu cosa fai ? TU NON PUOI !!!” per un momento ho pensato, adesso mi mette le mani addosso.
Ragazzi, era una Iena. Gli occhi sgranati e rossi, sudore in faccia e mani al cielo e continuava a urlare. Trenta secondi di sclero totale. Senza
parole, chiesto scusa e me ne sono andato.
Siamo in casa tua e ognuno ha le sue regole, ma c’è modo e modo per esprimere la propria opinione. Una reazione smoderata, perché ho tirato l’acqua del cesso; da li ho cominciato a prenderlo come si dice “ con le pinze”. Tutto questo, mentre ero ancora in mutante.
Un giorno mentre potavo, sento una macchina arrivare, era lui. “Hei Romio come with me”.
Subito entusiasta tra me e me penso: “Paura, forse adesso faccio qualcosa di diverso, magari mi insegna qualcosa di nuovo”. Arriviamo sul top della collina e mi spiega che stava costruendo, con un paio di amici, un lunghissimo sistemo idraulico, con dei tubi per accumulare l’acqua piovana. Il mio lavoro, era quello di scavare la buca per il tubo. Pala e
piccone per scavare in profondità. E li miei pensieri sono cominciati a bollire. “Avevi bisogno di un labor, scegli me che sono gratis”. Quattro ore sotto il sole nella campagna avvolto dalle mosche, raga un inferno. Il trucco è, non pensare che vada male, perché può sempre andarti peggio. Infatti, quando torniamo a casa per pranzo, dice che anche a gli altri ragazzi
dovevano venirmi ad aiutare: gli altri sono tre ragazze, Eva, una francese e un’altra taiwanese. Con pala e piccone a scavare. Ma puoi mettere delle ragazze a scavare buche? È un lavoro durissimo per gli uomini, anche se giovani e motivati, ma non voglio immaginarlo per le donne. Non è che non possano farlo ma la schiena è troppo importante per la donna, voglio dire falle potare, raccogliere uva, lavare i piatti, ma per il mio punto di
vista, spaccare pietre è un lavoro da uomini.
Ma poi ci dimentichiamo che siamo qui a gratis, a fare un favore a te, come puoi farle questo. Lui a detto “Vedi, pulire casa lo puoi fare tutti i giorni, almeno ti ricorderai di questo posto e di quello che hai fatto”. La mia battuta che fortunatamente non ho detto è “ anche lo stupro te lo ricordi per sempre, ma scommetto che nessuno vorrebbe subirlo e quindi ricordarlo”.
Mi ha davvero urtato, dato fastidio vedere Eva lavorare in mezzo alla polvere, sotto il sole a spaccare pietre, cioè è un lavoro che gratuito lo facevano le prigioniere nel Nevada. Era una cosa che mi sarei davvero risparmiato di vedere. Siamo qui a fare woofing a fare esperienze nuove, se volevo picconare la strada restavo a Sydney per trenta dollari l’ora. Stringi i denti lo puoi anche fare, anche se è noiso e duro. Soprattutto se hai un obbiettivo enorme, come quello di accumulare giorni, si fa, il problema rimane l’host.