Home sweet Home

Fabri About Australia, About Life

Alla fine il ristorante italiano, non mi ha più chiamato. Mi aveva che avrei avuto il lavoro per i prossimi Weekend, invece non si sono più fatti sentire. Anzi ho dovuto rincorrerli, pensa che per un giorno intero hanno staccato il telefono mentre altre volte era occupato. Finalmente venerdì mattina
mi hanno risposto, simpaticamente informandomi che cercavano personale solo per i party, perché lo staff ordinario era già al completo.

Simo me l’aveva detto: “Non ti fidare degli italiani” e infatti aveva ragione.


Nel frattempo ho traslocato. Non vivo più a Willoughby, ora sono in Castlereagh street, due vie parallele da George Street, che è la nostra Via Torino. In pieno centro un palazzone degno dei migliori blocchi ad Harlem, con tanto di vista sul parcheggio. Tutto quello che mi serve è vicino: la
metro, il bus, i supermercati, i pub, China Town.

La casa è molto grande, con la moquette meno trasudante di schifo di tutto il quartiere, un grande balcone e ben fornita: tostapane, boiler, microonde, forno, aspirapolvere, lavatrice,asciugatrice, ferro da stiro, ventilatori ecc.. Sono super contento della mia scelta.


Voglio dedicare questo post, alla Famiglia che mi ha ospitato per più di un mese. Li devo ringraziare di tutto, perché si sono comportati proprio da famiglia. Gentili, accoglienti, divertenti e disponibili sempre su tutto. Grazie Nonnie, Mark, Zoe, Lydia, Ash, Milly. Sarei potuto rimanere ancora in famiglia, mi è stato proposto tra l’altro, ma ho preferito lasciarli perché voglio immergermi completamente in Sydney: viverla cento per cento.

Negli ultimi giorni è arrivato un nuovo coinquilino, Steve from Detroit, Michigan: abbiamo parlato per un’ora. Non ci volevo credere, riesco a parlare con un americano, riesco a capire cosa sta dicendo. D’accordo, parlo sgrammaticato, sbaglio il tempo dei verbi, mi faccio capire con dieci parole e altrettanti gesti: ma ho parlato per un’ora, e ho capito tutto quello che mi ha detto. Ed è qui che arriva la notizia BOMBA: anche lui fa fatica a capire gli australiani quando parlano. E’ l’inglese più difficile da imparare, perché ha un accento completamente diverso da quello British e American.

Se da il lato lavorativo mi son sentito un pò abbattuto, sul lato della lingua sono molto orgoglioso.

Ultimo pensiero: fanno un’enorme campagna pubblicitaria contro l’alcool, leggi e regole severissime per chi ne abusa, per strada, come in america, non puoi bere se non con il sacchetto che avvolge la bottiglia e in alcune zone neanche quello è permesso. Se ti trovano ubriaco alla guida, ti sbattono in prigione e sicuramente addio patente, ti fanno fare un corso Rsa per riconoscere se uno è ubriaco, quindi non servirgli ulteriore alcool. I prezzi dei super alcolici sono alle stelle: bottiglia di Absolut Vodka 46 dollari e quella di whiskey dai 50 in su. Le strade la sera sono piene di Vigilanza per sbattere fuori dai locali gli ubriachi. Nei telegiornali senti i soliti giornalisti moralisti indignati da questi giovani che si buttano sull’alcool ma….. quando passi davanti ai locali ti invitano ad entrare per uno free shoot e mi lasci aperti 24h su 24 i liquor shop ? Ma allora è come distribuire armi a tutto il paese e poi dire “ Non sparare !”

E come scrivere sulle sigarette “ IL FUMO UCCIDE” ma se mi costa 5 euro a pacchetto e posso trovarle
ovunque, perché dovrei smettere? Con tutto questo fintissimo moralismo loro si lavano le mani e te le infilano nel portafoglio.