Alice Spring

Fabri About Australia, About Travel

Domenica è stato l’ultimo giorno in stazione, dopodiché ci hanno riportato ad Alice Spring dove Phillip era pronto ad aspettarci.
Lui ci ha ospitato a casa ( la casa è di Steve), gratuitamente. Internet, cibo camera singole lavatrice tutto, come se stessimo ancora facendo wwofing ma senza lavorare. Per questo ci siamo preso questo giorni per visitare Alice Spring.

Se arrivi da Sydney o da una grande città, non apprezzi il valore di questo posto. Ma se arrivi da una cattle station con otto persone a qui, ne capisci tutti i pregi. Segnale per il telefono, strade, semafori, negozi, centri
commerciali, fast food. In città ci sono ben poche cose da fare ma appena fuori c è un mondo da scoprire. Quindi se vieni ad Alice Spring, macchina e tre quattro giorni a disposizione per guardarti intorno.

Qui è molto forte la presenza degli aborigeni. Per strada ci sono solo loro, vagabondando per la città, seduto sotto qualche palma. È nella loro
cultura, non lavorare e come fanno a vivere? Hanno qualche sorta di sostegno statale per cui gli passano abbastanza soldi per vivere. Quindi possiamo dedurre che molte famiglie italiane hanno sangue aborigeno…

Ieri Phil si è offerto di farci fare un giro nel Mac Donnald Range, la catena montuosa che avvolge Alice Spring. Spettacolo. Un misto tra montagne e
Bush incredibile. Siamo andati nel gap tra le montagne dove esiste da anni una sorgente naturale d’acqua, per questo motivo gli aborigeni ritengono questo posto sacro. Un contrasto pazzesco. Ultimamente la fotografia e specialmente l’upload delle foto è contro di me. Prima la connessione troppo lenta, ora non so perché ma non riesco più a caricare foto sul blog. È un problema che spero di risolvere una volta arrivati in prossimità di Darwin.

Oggi alle 7.15 prendiamo il pullman che ci porterà a 65 km sud di Darwin, dove alle 3.30 il prossimo host ci aspetterà.
P.s. Ieri sera, orario del tramonto Phil ci ha portato a dare da mangiare ai Wallaby: un misto tra un canguro, scoiattolo. Alti come un avambraccio, curiosi e un po’ timidi, si sono avvicinati piano piano alle nostre mani, piene di noccioline. Una volta presa la confidenza sono saltati sulle gambe, e con le zampette ci graffiavano le braccia per chiederci altro cibo.

Tenerissimi e affettuosi. Appena risolvo il problema dell’upload delle foto vi farò vedere. A
presto