Si tornerá alla normalità?

Fabri About Spain, sbatti

La gente si abbraccerà e bacerà come prima? Si tornerà alla “normalità” come la conosciamo? Passando al telefono diverse ore con amici e parenti questa è la domanda che molti si chiedono. Con l’avvento del CoronaVirus o in inglese The CoronaVirus Outbreak, molte situazione mondane sono state forzate a cambiamento. Qui sotto una serie di mie riflessioni. 

Lavoro da Casa. 

Il Corona ha portato a chiudere temporaneamente molte aziende e attività. Chiunque abbia a che fare con computer è stato incentivato allo Smart Working invece per tutti gli altri… Saluti. Infatti l’obiettivo della quarantena è quello di limitare il contatto tra gli essere umani, ma come fanno a lavorare tutte quelle persone che invece devono essere a contatto con il pubblico? Ad esempio camerieri, baristi,cuochi, commessi, parrucchieri, guide turistiche(RIP) ecc ?? Al momento sono a casa, sperando di tornare in azione il prima possibile. 

Per quelli che invece hanno a che fare principalmente con un computer si sono dovuti adattare allo Smart Working, ovvero il lavoro da casa, il quale è sempre stato visto come una cosa Lazy, o almeno non produttiva come quando sei in ufficio.

Gestirsi il proprio tempo è una skill che in questo periodo è fondamentale imparare. 

A parte i primi giorni di sbatti per organizzarsi con l’aggiornamento dei vari computer a casa, app da scaricare e trovare le postazioni ideali, lo smart working sembra funzionare. 

Un mio amico a seconda della giornata e del tipo di lavoro che deve fare si muove per casa. Mattinata, la parte più produttiva, in camera sua perché riesce ad isolarsi, poi nel pomeriggio in sala dove c ‘è più luce e gli sembra di essere fuori al parco, mentre per l’aperitivo time si muove in cucina dove si becca con gli altri flatmate per una birra dopo lavoro. 

Penso alle donne che invece di doversi preparare con trucco e parrucco, possono più tranquillamente alzarsi mezz’ora / un’ora dopo con calma, godendosi di più anche la colazione e soprattutto evitando di doversi infilare in quel traffico maledetto per andare al lavoro. 

Sei TU che ti gestisci il tuo tempo, sei TU che decidi quando/quanto lavorare e non arrivi alle 5 stressato come se stessi cuocendo in una pentola a pressione. 

Sai quanto mi piacerebbe vedere questo Smart Working entrare perennemente nelle nostre vite in futuro. Pensa che bello se quando ti fanno il contratto di lavoro ti mettono pure uno o più giorno di Smart Working. A quanto pare negli uffici di Regione Lombardia stanno già pensando di farlo. Tanto lavorare devi lavorare, ma almeno te lo gestisci da solo in più dai una mano anche all’ambiente evitando di prendere la macchina. 

Scuola.

Anche le scuole si sono riorganizzate perché comunque mandare a puttane un intero anno scolastico sarebbe un macello. Si sono organizzati con classi vere e proprie online, con tanto di compiti e interrogazioni. Tutti gli studenti si trovano nella stessa conference call e il docente entra ed esce dalla videochiamata. Interrogazioni a quanto pare sono a mó di colloquio ( qua ci vedo un Plus enorme per il futuro, così uno abbatte la paura delle Skype interview già’ da giovane), faccia a faccia con il professore. Sembrerebbe che ti controllano se guardi dritto in camera o se sbirci da altre parti. 

Torneremo a baciarci?

La gente cambierá? Cambieranno le nostre abitudini? Quando ci incontreremo faremo l’inchino come i giapponesi minimizzando il contatto? A parte i primi mesi in cui staremo più all’occhio, ma dopo qualche mese torneremo con le nostre abitudini a baciarci ed abbracciarci. Siamo un popolo culturalmente troppo caloroso, non stringere la mano a qualcuno o non baciarlo per salutarlo sarebbe accostato ad una mancanza di rispetto. 

Cenone con gli amici? 

Let’s be honest, appena tutto questo finirà non avremo più voglia in stare in casa, e avremo una voglia matta di vederci con gli amici/parenti, con cui non abbiamo passato la quarantena. Creeremo cene, grigliate all’aperto, giornate in campagna e momenti di aggregazione per recuperare tutto il tempo perso durante il CoronaVirus. Anche se ci diranno di limitarlo noi lo faremo lo stesso, let’s be honest. Appunto per questo penso che lo Stato darà l’ok alla riapertura di bar, ristoranti, pub, discoteche e luoghi di aggregazione solo quando sarà sicuro al 100% che il virus è sotto controllo. Come se non volesse fargli pubblicità, quindi una libertà ma con il freno a mano. Stadi pieni, cari tifosi, ho paura che li rivedremo l’anno prossimo. Non farà più strano vedere la gente con la mascherina in giro e si farà molta più cura all’igiene nei luoghi pubblici. Giusto

Populismo. 

Coronavirus che ha bastonato tutta l’Europa, e qualcuno pensa che appunto l’Europa non abbia fatto abbastanza per il nostro paese. Vedo già con il binocolo una corrente di patriottismo, populismo sorgere appena conclusa l’emergenza pandemia. Questo sarà il momento perfetto per puntare il dito contro e fare leva su paure e situazioni economiche non felici. La storia si ripete? Speriamo di no. 

Infine voglio esprimere un parere personale su questa pandemia e l’effetto che sta avendo sulle nostre vite. 

Io penso che questa sia la situazione più vicina ad una guerra che la nostra generazione abbia mai vissuto. Non so cosa sia la guerra e la fame e spero di non conoscerla mai. Noi siamo nati e cresciuti liberi di spostarci, cosa che temporaneamente oggi non ci è possibile. Dal 1945 le famiglie hanno vissuto direttamente o indirettamente la povertà del dopoguerra, la guerra in Vietnam e quella guerra fredda, gli scontri e l’instabilità politica Italiana, la guerra alla mafia, la guerra nei Balcani, quella del golfo, l’11 Settembre e il crollo delle borse del 2008 ma quante di queste hanno obbligato a non uscire di casa nemmeno per andare al lavoro? None. 

Paure? Si, tante e giustificate, ma restrizioni? No o quantomeno limitate. Viviamo in un momento storico, entrerá nei libri di storia. 

Che poi ci sta andando di lusso perché ancora una volta abbiamo tutto: qualche soldo da parte, parenti e amici che sono sani e ci vogliono bene, siamo in casa con internet, la televisione, Play Station, giochi di società, passatempo. La tecnologia accorcia le distanze quindi con whatsapp e altri sistemi ci sentiamo tutti più vicino e riusciamo a condividere la nostra quarantena. 

É una guerra diversa, non siamo contro un’altra nazione ma contro un virus invisibile. Non c’è un popolo da o una persona da accusare . Infatti, se credi alla storia del pipistrello cinese, ti prego non seguirmi più!  

That’s really it guys,

Questi sono alcuni pensieri condivisi con i miei amici, e come al solito voglio sottolineare sempre il lato positivo e costruttivo delle situazioni. Penso che possiamo sempre imparare qualcosa anche quando non c’è il sole splendente in cielo. 

Se anche voi condividete e avete storie che volete raccontare, scrivetemi !!! Sono molto curioso di sapere il vostro punto di vista.

Peace.